Sono diverse le riflessioni che si possono fare dopo aver esaminato un campione di ventotto libri di geografia adottati nelle scuole secondarie di primo grado italiane. Un primo ordine di considerazioni attiene alla qualità riscontrata nei manuali che è mediamente povera.
I testi infatti uniscono narrazioni di base molto simili alle narrazioni strategiche diffuse dalla macchina propagandistica del Cremlino, a inesattezze, imprecisioni e, in alcuni casi, a marchiani errori fattuali. Pur con qualche differenza – vi sono testi sicuramenti migliori di altri ma non ce n’è nessuno che non presenti inesattezze e parzialità – i libri analizzati appaiono accomunati da un impianto metodologico (ideologico?) simile, consapevolmente o inconsapevolmente, organico all’immagine della Russia consolidatasi in Italia negli ultimi 80 anni.