Disinformazione e terrorismo: “misure attive” sovietiche in Italia e in Europa negli anni della Guerra Fredda. Parte 2

di Luigi Sergio Germani. Parte seconda – Il sostegno sovietico al terrorismo in Europa e in Italia

Dopo il crollo dei regimi comunisti dell’Europa centro-orientale nel 1989-90 furono de-segretati molti documenti, provenienti dagli archivi delle polizie segrete di tali regimi, che confermarono la tesi circa il sostegno sovietico a diverse formazioni terroristiche costituite in Europa alla fine degli anni ’60, tra cui la RAF (Rotee Armee Fraktion) e Brigate Rosse. Tale sostegno fu fornito da Mosca in maniera indiretta, tramite gli Stati satellite dell’URSS, nonché tramite l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e alcuni Stati arabi radicali(1).

Negli anni ‘70 e ’80 all’interno della comunità intelligence statunitense non vi era pieno accordo sul coinvolgimento sovietico nel terrorismo in Europa. Ad esempio, secondo un Special National Intelligence Estimate del maggio 1981 , intitolato “Sostegno sovietico al terrorismo internazionale e alla violenza rivoluzionaria”, i servizi segreti sovietici fornivano armi, addestramento militare e paramiltare e altre forme di assistenza a un ampio spettro di gruppi rivoluzionari violenti in tutto il mondo, e in particolare a gruppi palestinesi, latinoamericani e africani, che utilizzavano le risorse messe a disposizione dai sovietici per condurre campagne terroristiche. Tuttavia, il rapporto riteneva insufficiente l’evidenza circa il sostegno dell’URSS a gruppi terroristici europei. Lo stesso rapporto riferì che la Defense Intelligence Agency (DIA), invece, riteneva che i sovietici fossero sistematicamente coinvolti nel sostegno formazioni terroristiche europee e , in qualche misura, nel coordinamento delle loro attività(2).

Nel 1991 Vincent Cannistraro, già Capo delle Operazioni del CIA Counterterrorism Center, elencò alcune significative rivelazioni ricavate dagli archivi dei servizi segreti degli Stati satellite dell’URSS(3):

“La Polonia comunista, ad esempio, forniva diversi tipi di sostegno all’organizzazione di Abu Nidal (un gruppo terroristico palestinese), tra cui rifugi, autorizzazioni per la costituzione di società di copertura, accesso ad armi e tecnologie belliche.

L’Ungheria offriva supporto organizzativo all’Armata Rossa Giapponese. La Stasi tedesco orientale si impegnava nell’addestramento di numerosi gruppi palestinesi radicali, oltre a fornire sostegno alla Rote Armee Fraktion (RAF) tedesca, che realizzava attentati terroristici in Germania federale sia contro obiettivi governativi di quel paese che contro personale militare americano. Inoltre, la Stasi possedeva informazioni riguardanti piani d’attacco di molte formazioni terroristiche contro obiettivi occidentali, ma non fece nulla per fermare i carnefici. La Cecoslovacchia comunista sosteneva il terrorismo brigatista in Italia, un fatto che era noto già alla fine degli anni ‘70”.

Il sostegno al terrorismo in Europa costituiva, pertanto, una componente della strategia sovietica delle misure attive: questo è il quadro che emerge dall’analisi di documenti provenienti dai summenzionati archivi(4).

I fascicoli segreti della STASI, resi disponibili in notevole quantità dopo il crollo del regime comunista tedesco-orientale, nonché le testimonianze di ex funzionari di questo apparato, confermarono il ruolo svolto dai servizi segreti del blocco sovietico nel sostegno (in termini di armi, coperture, finanziamenti e addestramento) a formazioni terroristiche europee di sinistra e neo-naziste, onché a gruppi terroristici arabi.

La documentazione proveniente dagli archivi degli altri apparati comunisti europeo-orientali è meno voluminosa rispetto a quella ricavata dagli archivi della STASI, ma non meno significativa. Da essa si evincono, ad esempio, i seguenti fatti: le protezioni di cui godeva il gruppo “Organizzazione dei Rivoluzionari Internazionali”, fondata dal venezolano Ilych Ramirez Sanchez alias Carlos (nota anche come “organizzazione Separat”) in Ungheria e Germania Orientale; il coinvolgimento degli apparati bulgari nel traffico internazionale di stupefacenti e nel sostegno ad alcune formazioni terroristiche internazionali; il ruolo dei servizi segreti cecoslovacchi nell’addestramento e conferimento di armi a terroristi arabi; la fornitura da parte dei servizi cecoslovacchi di 1000 tonnellate dell’esplosivo Semtex alla Libia (che a sua volta li consegnò a gruppi terroristici)(5). Il potente Ventiduesimo Dipartimento della Stasi, preposto all’”anti-terrorismo” , intratteneva contatti con l’IRA, l’ETA, la RAF e l’organizzazione “Separat”.

Un aspetto cruciale delle misure attive sovietiche in Italia fu il sostegno occulto fornito a varie forme di terrorismo, nonché a movimenti estremisti ed eversivi di sinistra(6). Le polizie segrete del blocco comunista tentarono di sfruttare e accentuare, con finalità di destabilizzazione, diversi fenomeni eversivi che si diffusero nell’Italia degli anni ‘70 e ‘80: il terrorismo endogeno di matrice marxista-leninista (in particolare il brigatismo(7) ) e separatista (altoatesino), il terrorismo arabo (il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e il terrorismo di Stato libico), e la galassia radical-rivoluzionaria di sinistra.

Il sostegno delle polizie segrete comuniste al terrorismo e all’eversione di estrema sinistra in Italia è stato documentato dai fascicoli provenienti dagli archivi di questi apparati, nonché da altre fonti (l’archivio Mitrokhin e le informazioni raccolte all’epoca dai Servizi d’intelligence occidentali). Il KGB ha sostenuto il terrorismo marxista-leninista in Italia attraverso i servizi segreti comunisti dell’Europa orientale, assegnando al STB cecoslovacco un importante ruolo operativo nel sostegno occulto alle Brigate Rosse e ad altre formazioni terroristiche ed eversive di sinistra in Italia. L’apparato d’intelligence cecoslovacco metteva a disposizione di esponenti del terrorismo brigatista rifugi e strutture di addestramento, mentre elementi dell’area dell’Autonomia e di altri movimenti dell’ultrasinistra italiana furono finanziati dai servizi segreti di Praga.

Le misure attive sovietiche tese ad alimentare e strumentalizzare il terrorismo e l’estremismo di sinistra furono accompagnate da campagne di disinformazione finalizzate a far credere all’opinione pubblica italiana che la CIA americana e i servizi segreti italiani appoggiassero le Brigate Rosse e altre formazioni terroristiche italiane ( sia di sinistra ma anche della destra stragista) nell’ambito della “strategia della tensione” presumibilmente sostenuta dal governo statunitense per destabilizzare l’Italia.

Vanno citate a questo proposito le numerose operazioni sovietiche di dezinformacija basate sul sopracitato falso manuale da campo dell’esercito americano US Army Field Manual 30-31B. Questo documento falso continua ad essere utilizzato oggi per sostenere la tesi del presunto coinvolgimento della CIA nel rapimento e assassinio di Aldo Moro e nel terrorismo stragista degli anni 70 e 80.

La rimozione del tema delle misure attive sovietiche in Italia

Il crollo del comunismo (1989-91) e il collasso dell’Unione Sovietica (fine 1991) provocarono il crollo della Prima Repubblica in Italia. Nel 1992 cominciò la demolizione, per via giudiziaria, del mondo politico democratico, che per decenni aveva contrastato il comunismo e l’ingerenza sovietica, accusato di avere finanziato illecitamente i propri partiti . Invece, l’élite del PCI-PDS, un partito che per decenni veniva finanziato massicciamente da una potenza straniera nemica dell’Italia, fu lasciata fuori dalle indagini (10). Gli anni successivi hanno visto l’ascesa di molti esponenti del PCI-PDS a posizioni di grande potere nelle Istituzioni.

Il terremoto politico di Tangentopoli, che annientò i partiti politici anticomunisti della Prima Repubblica lasciando intatto il sistema di potere del PCI-PDS, era una delle cause principali della rimozione, dopo il crollo della Prima Repubblica, del tema dell’ingerenza sovietica in Italia dai dibattiti politici, mediatici e accademici. Un’altra causa è da individuare nell’ascesa, negli anni ‘90, di molti ex militanti dell’estrema sinistra extraparlamentare a posizioni di notevole potere nei media e nel mondo della cultura.

La Commissione Mitrokhin, nei primi anni 2000, rappresentò un tentativo di riportare la storia dell’ingerenza sovietica all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica. Ma il lavoro della Commissione fu ignorato dai media e da esso non scaturì un programma permanente di ricerca e riflessione sul tema. Inoltre, la Commissione fu un bersaglio di diverse operazioni dei servizi segreti russi tese a screditarla, tra cui l’assassinio del defezionista russo Aleksandr Litvinienko (che stava pranzando con Mario Scaramella, un consulente della Commissione) con un veleno radioattivo nel novembre 2006 a Londra.

La rimozione del tema della sovversione sovietica in Italia ebbe due conseguenze culturali negative per la democrazia italiana. Da una parte, l’amnesia storica sull’ingerenza sovietica facilitò la diffusione della teoria del “doppio Stato”, che offre un’immagine falsa e mistificata della storia dell’Italia repubblicana. Secondo questa teoria nel sistema politico-istituzionale italiano coesistono due livelli: uno ufficiale e democratico, e l’altro uno “Stato profondo” occulto e “criminale”, legato alla CIA e ad altri apparati d’intelligence occidentali, che sarebbe stato complice delle stragi, dei terrorismi rosso e nero, e del potere mafioso (11)

Dall’altra parte, la rimozione della storia delle misure attive sovietiche in Italia ha reso il nostro paese molto vulnerabile – sotto il profilo culturale e psicologico – nei confronti delle strategie di disinformazione e guerra ibrida russa, cinese e di altre potenze straniere autocratiche.

* Luigi Sergio Germani è Direttore dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici. *

NOTE

1 – Antonio Selvatici, Chi spiava i terroristi. KGB, STASI-BR, RAF, Edizioni Pendragon, Bologna, 2009, p. 8.

2 – Director of Central Intelligence, “Soviet Support for International Terrorism and Revolutionary Violence: Special National Intelligence Estimate”, 27 maggio, 1981, https://www.cia.gov/readingroom/docs/DOC_0000272980.pdf

3 – Vincent Cannistraro, “Terrorism Today: New Light on Old Shadows”, Political Warfare: Intelligence, Active Measures, and Terrorism Report” , Spring 1991

4 – Mark Kramer,” The Collapse of East European Communism and the Repercussions within the Soviet Union”, Journal of Cold War Studies,Vol. 5, N. 4, autunno, 2003

5 – Mark Kramer,” The Collapse of East European Communism and the Repercussions within the Soviet Union”, op. cit.

8 – Antonio Selvatici, Chi spiava i terroristi. KGB, STASI-BR, RAF, Edizioni Pendragon, Bologna, 2009.

9 – Rocco Turi, Storia segreta del PCI. Dai partigiani al caso Moro. Rubbettino, 2013; e dello stesso Autore, Gladio rossa. Una catena di complotti e delitti, dal dopoguerra al caso Moro, Marsilio, 2004

10 – Goffredo Buccini , “Mani Pulite trent’anni fa. Rivoluzione mancata che ha reso gli italiani più faziosi”, Corriere della Sera, 13 febbraio 2022, https://www.corriere.it/sette/politica/22_febbraio_13/mani-pulite-trent-anni-fa-rivoluzione-mancata-che-ha-reso-italiani-piu-faziosi-14e877f4-8a9b-11ec-afd5-bce3c64c5293.shtml

11 – Pierluigi Battista, “La teoria del doppio Stato e i suoi sostenitori”, Corriere della Sera, 11 maggio 2009

 

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