di Giuseppe Graziano – Nella Lezione n. 6 in data 9 Maggio scorso del Ns. I’ Corso ‘SICUREZZA SUBACQUEA’, e già in occasione dell’Intervento in data 8 Maggio al BLUE PLANET EXPOFORUM, fummo i primi a sottolineare l’importanza dell’Executive Order n. 14285 del 24 Aprile precedente del Presidente D.J. TRUMP, finalizzato a liberare le risorse critiche offshore, minerarie ed energetiche, (ritenute) degli Stati Uniti: e ciò, richiamando il principio, già enunciato dal Presidente H. TRUMAN nel 1945, secondo il quale la ricchezza mineraria sottomarina è destinata ad essere sfruttata per lo sviluppo economico della Nazione e dell’Umanità.
Siamo di fronte ad una nuova frontiera della Blue Economy, intesa come “nuovi modi di organizzare le economie oceaniche per fornire benefici economici ed ambientali equi”.
L’incentivazione del ‘Commercial deep-sea mining’ (DSM), partendo, e passando, per la mappatura dei fondali e per l’esplorazione mineraria vera e propria, mira – cioè – a rafforzare la leadership degli USA, garantendo in particolare l’accesso a minerali critici quali manganese, nichel, cadmio, titanio, cobalto, noduli polimetallici, terre rare, e quindi potenziando la resilienza delle relative catene di approvvigionamento, in una con il contestuale rilancio delle relative ricerche e tecnologie.
In particolare, si mira a cogliere le opportunità del settore privato delle risorse minerarie sottomarine nella Piattaforma Continentale Esterna degli Stati Uniti, in aree oltre la giurisdizione nazionale, nonché in giurisdizioni nazionali di Paesi interessati a collaborare con le aziende americane.
L’Executive Order viene ad ‘impattare’ con la Convenzione ONU sul Diritto del Mare, laddove (Parte XI) tratta delle acque profonde (note come ‘Area’) al di fuori delle giurisdizioni nazionali, nonché con la ISA (‘International Seabed Authority’) con sede a Kingston in Giamaica, istituita proprio per sovrintendere alle attività connesse ai minerali presenti nei fondali marini internazionali (la ISA negli ultimi 20 Anni ha siglato vari contratti di esplorazione, della durata di 15 Anni, in specifiche aree dei fondali oceanici).
E, quindi, l’Executive Order n. 14285 statuisce che lo sviluppo del DSM deve rendersi compatibile con il rispetto degli standard ambientali e con la tuteladell’ecosistema sottomarino e, in particolare, della biodiversità sottomarina: e ciò, per il tramite della implementazione dei relativi strumenti di monitoraggio.
Pertanto, sarà fondamentale osservare tutte queste cautele nello svolgimento di ogni attività di ‘trattamento’, per tale intendendosi la concentrazione, separazione, raffinazione, lega e conversione dei minerali in questione ‘in forme utilizzabili’.
Ad ogni modo, il thema del c.d. ‘deep sea mining’ viene sempre più a caricarsi di una valenza di ordine strategico nell’ambito della competizione, non soltanto economica, tra Nazioni, ed in particolare tra le maggiori Potenze.
In tale prospettiva, l’Executive Order n. 14285 mira a favorire ogni forma di collaborazione con gli alleati strategici, per promuovere l’esplorazione, l’estrazione, la lavorazione ed il monitoraggio ambientale delle risorse minerarie sottomarine nelle loro giurisdizioni nazionali, anche tramite partnerariati scientifici ed opportunità commerciali per le aziende USA, mirando pure ad un meccanismo internazionale di distribuzione dei benefici derivanti dalle attività estrattive ed allo sviluppo di risorse minerarie sottomarine in aree al di fuori da ogni giurisdizione nazionale, e così scongiurando il rischio di approcci di marca neo-colonialistica.
Da ultimo, ed in questo quadro, nel Mese scorso – e più precisamente in data 4 Agosto, in occasione del 60’ Anniversario della Indipendenza – è stato firmato dagli USA un Trattato di Cooperazione con le Isole Cook per la ricerca e per l’estrazione nel sottomare (si consideri che la relativa Zona Economica Esclusiva si estende per quasi 2 Milioni di chilometri quadrati).
Così passando, oltre alla Nuova Zelanda, soprattutto innanzi ai tentativi della Cina, che a Febbraio aveva siglato con le Isole Cook un Memorandum di Collaborazione, e che peraltro detiene già 5 Contratti (Licenze ISA) per l’esplorazione nei fondali del Pacifico.
Venendo – poi, e più nello specifico – al campo delle infrastrutture/dei cavi Underwater, mette conto evidenziare che, il 7 Agosto scorso, la FCC ha adottato una specifica ‘Action’, recante <new rules to Accelerate Cable Buildout & Security… …to unleash the buildout of secure submarine cable infrastructures…>.
Negli States, peraltro, la Normativa di Settore risale sino al 1888 (‘Submarine Cable Act’), passando per il, fondamentale, Ordine Esecutivo n. 10530 del 1954.
Attualmente, ci sono oltre 90 ‘Sistemi di Cavo’ autorizzati dalla FCC.
Scopo del Provvedimento è quello di incentivare la realizzazione delle opere di infrastruttura sottomarina: semplificando, ed accelerando, le licenze ed implementando le garanzie per gli investitori: il tutto, soprattutto, per rafforzare e consolidare la leadership USA delle/nelle Nuove Tecnologie.
In particolare, rilevano 2 Sezioni:
• la Sezione “Report and Order” viene ad adottare una serie di misure di difesa dei cavi sottomarini da soggetti ostili (stranieri), disponendo la presunzione di diniego allorquando rilevino – per l’appunto – soggetti ostili (stranieri); la limitazione delle operazioni di leasing in tali situazioni; il divieto di utilizzo di apparecchiature ‘coperte’; la previsione, ed il rafforzamento, di requisiti di cybersecurity; l’efficientamento delle procedure di controllo e di revisione delle licenze ad opera della FCC medesima;
• la Sezione “Further Notice of Proposed Rulemarking” delinea ulteriori misure di protezione per la sicurezza dei cavi sottomarini, incentivando – rispetto ai competitors stranieri – l’utilizzo di navi USA per gli interventi di manutenzione e di riparazione, e prevedendo semplificazioni ed agevolazioni per le aziende USA che soddisfino rigorosi standard di sicurezza.
Questo è, ad Oggi, il quadro, estremamente strutturato e dinamico, con riferimento agli Stati Uniti in thema.
Certo: venendo, e conclusivamente, alla situazione in Italia, non può non osservarsi che siamo stati, in materia, sostanzialmente fermi per Anni.
Dopo l’intervento ex L. n. 115 della Estate scorsa, di Conversione del D.L. n. 84/2024 (recante ‘Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico’), il procedimento legislativo tuttora in corso in materia di Sicurezza Subacquea e di Blue Economy, e l’elaborazione del nuovo Piano Triennale del Mare 2026-2028, vengono a segnare una occasione da non potersi perdere.
Ma di questo, tratteremo in un successivo intervento.
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Giuseppe Graziano è Avvocato Cassazionista e Docente di Procedure Complesse di Impresa, Promotore e Direttore del Corso ‘SICUREZZA SUBACQUEA’, che VENERDÌ 3 Ottobre 2025 p.v. inaugura la II’ Edizione, in sinergia con l’Istituto Gino GERMANI di Scienze Sociali e Studi Strategici. Per informazioni si veda: https://www.medichini.it/prodotto/sicurezza-subacquea/



