WEBINAR – L’intelligence contro la strategia del caos: guerra ibrida e sicurezza nazionale

Webinar in diretta

L’INTELLIGENCE CONTRO LA STRATEGIA DEL CAOS: GUERRA IBRIDA E SICUREZZA NAZIONALE

Mercoledì 7 maggio 2025, ore 18,00
Rivedi la diretta sul canale YouTube

 

scarica la locandina

 

 

 

L’Istituto Gino Germani ha organizzato il webinar “L’intelligence contro la strategia del caos: guerra ibrida e sicurezza nazionale“, che si è svolto mercoledì 7 maggio dalle ore 18,00.

Il webinar ha presentato e approfondito il tema dell’intelligence quale strumento di prevenzione e contrasto alla guerra ibrida operata dalla Russia e altri regimi autocratici anti-Occidentali, nell’ottica delle dinamiche e delle operazioni difensive della sicurezza nazionale.

Questo webinar è un utile approfondimento per i professionisti del settore, per gli appassionati e per gli studenti dei corsi dell’Istituto Germani e della sua Scuola di Formazione in Intelligence e Analisi Strategica, in particolar modo per chi segue il corso operativo di Tecniche Avanzate di Human Intelligence, giunto alla sesta edizione.

Introduce:
Luigi Sergio Germani (Direttore dell’Istituto Gino Germani)

Intervengono:
Gabriele Carrer (Giornalista, Formiche.net)
François Géré (Presidente dell’Institut Français d’Analyse Stratégique, Parigi).
Marta F. Ottaviani (Giornalista, Autrice del libro Brigate Russe. La guerra occulta del Cremlino contro l’Occidente)
Cesare Fanton (Amm.D. (Aus), Consulente dell’Ispettorato della Sanità della Marina Militare)

Modera:
Antonio Fattori (Dirigente militare, esperto di settore e Senior Security Manager)

SPUNTI DI RIFLESSIONE PER IL WEBINAR

L’ondata di sabotaggi, incendi dolosi e altre azioni violente che si sono moltiplicati in Europa – soprattutto in Nord Europa, Germania ed Europa centro-orientale – nel corso del 2024 sarebbero da attribuire, secondo i servizi d’intelligence europei, al GRU , il servizio di intelligence militare russo. Tra gli obiettivi di questa campagna violenta vi sono: cavi sottomarini nel Mar Baltico (una infrastruttura critica essenziale dell’era digitale), reti ferroviarie, centri commerciali, magazzini, fabbriche di armamenti, basi miliari. Si sono intensificate le attività di guerra elettronica e jamming contro voli civili tra i Paesi baltici e l’Europa centro-orientale. Inoltre, si sono verificate intrusioni in impianti di trattamento delle acque in vari paesi, e pacchi DHL hanno preso fuoco o sono esplosi in magazzini di compagnie aree cargo in Germania e Gran Bretagna (gli ordigni incendiari erano destinati ad esplodere a bordo di voli DHL). In diversi casi gli esecutori delle azioni violente erano criminali comuni reclutati dal GRU su Telegram.

Secondo gli analisti di intelligence la finalità dell’ondata di sabotaggi sarebbe non solo di compiere azioni destabilizzanti (per ora limitate) ma soprattutto di raccogliere informazioni utili per pianificare una offensiva terroristica di più alta intensità, individuando i bersagli più vulnerabili, e osservando l’impatto delle azioni di sabotaggio e le reazioni delle Autorità dei paesi colpiti. Pertanto, questa campagna violenta rappresenta , con tutta probabilità, un’attività preparatoria per una possibile futura offensiva di attentati terroristici veri e propri in Europa.

Ci troviamo di fronte, in altre parole, all’evoluzione più recente della cosiddetta “guerra ibrida” condotta dalla Russia in Europa. La guerra ibrida è una strategia, praticata sistematicamente dalla Russia – e con modalità in parte diverse anche dalla Cina, dall’Iran e da altre autocrazie anti-occidentali – che punta a destabilizzare un paese target , a creare instabilità e caos al suo interno, tramite un uso combinato e sinergico di diverse metodologie di attacco, quali: disinformazione; cyber-attacchi alle infrastrutture critiche; sostegno a forze politiche antisistema ed estremiste; interferenze elettorali; reclutamento di “agenti di influenza” filo-Cremlino nel mondo politico e mediatico; promozione di flussi migratori irregolari; uso della criminalità organizzata con finalità destaabilizzanti; sabotaggi e altre azioni violente, tra cui assassini di dissidenti anti-regime residenti in Europa ( sono anche entrati nel mirino dei servizi segreti russi cittadini dell’Unione Europea invisi al Cremlino).

La guerra ibrida rappresenta una componente fondamentale della grand strategy russa, che si prefigge tre obiettivi principali: ricostituire un sistema imperiale riportando sotto il controllo di Mosca i paesi dello spazio post-sovietico, disgregare la NATO e l’Unione Europea, e affermare l’egemonia russa in Europa. Mosca persegue questi obiettivi con determinazione anche tramite la transizione accelerata a una economia di guerra e un programma massiccio di ricostruzione delle proprie forze armate convenzionali. Gli obiettivi geostrategici di Mosca, pertanto, sono decisamente più ampi della sottomissione dell’Ucraina.

La guerra ibrida mira, in una prima fase, a penetrare il paese bersaglio , manipolare le percezioni dell’opinione pubblica, coooptare settori delle sue élite, e raccogliere informazioni sulle sue vulnerabilità economiche, sociali e infrastrutturali. Successivamente, si attacca la coesione sociale della nazione presa di mira, tentando di inasprire le divisioni al suo interno, estremizzandone le contrapposizioni, diffondendo sfiducia nelle sue istituzioni statali e degradando la loro capacità di governare e mantenere l’ordine. Infine si provoca una escalation della crisi alimentando una dinamica di destabilizzazione violenta della società bersaglio.

Una caratteristica distintiva della guerra ibrida russa è che essa mira deliberatamente a diffondere confusione, incertezza e ambiguità, nei decisori politici e nella popolazione dello Stato avversario, circa la reale esistenza e la provenienza della minaccia. Lo Stato aggredito, pertanto, non sempre percepisce in maniera chiara di essere sotto attacco ibrido, specie se quest’ultimo è di bassa intensità.

Le guerra ibrida praticata dalla Russia e da altri Stati autocratici anti-occidentali richiede da tutte le democrazie, Italia compresa, un ripensamento delle proprie strategie di sicurezza nazionale e d’intelligence. Gli Stati democratici potranno fronteggiare efficacemente la minaccia della guerra ibrida solo adottando un approccio olistico e integrato alla sicurezza: tutte le Istituzioni dello Stato e tutte le componenti della società devono partecipare agli sforzi di prevenzione, contrasto e rafforzamento della resilienza e della coesione nazionale.

La minaccia ibrida rende sempre più necessario introdurre significative innovazioni nel sistema di sicurezza nazionale italiano. Dal momento che la guerra ibrida attacca la società stessa le contromisure devono necessariamente basarsi sulla partecipazione della società civile. Ciò richiede una adeguata percezione della minaccia ibrida da parte dell’opinione pubblica e delle élites. Tuttavia, una tale consapevolezza appare attualmente molto scarsa nel nostro Paese, quando non completamente assente.

La difesa del sistema-paese dalla guerra ibrida richiede un livello sempre più elevato di coordinamento, integrazione e scambio di informazioni tra tutti i ministeri e dipartimenti preposti alla gestione della sicurezza (PCM, servizi di intelligence, ministeri dell’Interno, della Difesa e degli Esteri, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, ecc.). Risulta pertanto essenziale istituire , presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un National Security Council italiano con funzioni di indirizzo strategico, coordinamento e pieno scambio di informazioni tra i diversi apparati istituzionali responsabili delle politiche di difesa e sicurezza.

Occorre, inoltre, potenziare e rinnovare profondamente l’intelligence e la counterintelligence italiana, che devono sviluppare capacità molto elevate di ricerca informativa e analisi nel settore del contrasto alla guerra ibrida, anche attraverso una sempre più stretta collaborazione con attori della società civile (imprese, istituti di ricerca scientifica, università, think tanks, organizzazioni non-governative) in campi quali la cyber-sicurezza, il monitoraggio di attività di disinformazione e influenza sui social media, e l’individuazione di fenomeni destabilizzanti nella società civile.

I servizi segreti hanno il compito fondamentale di consentire ai decisori politici di uscire dall’incertezza e dalla confusione, scientemente diffuse dallo Stato aggressore, e di avvertire con chiarezza se il sistema-paese sia sotto attacco ibrido o meno. L’intelligence deve fornire al decisore informazioni, analisi, previsioni e early warnings circa eventuali attacchi ibridi, e ove possibile intervenire con covert operations per neutralizzare tali minacce. La counterintelligence, infine, dovrebbe adottare un approccio più offensivo, puntando a penetrare, disinformare e degradare i servizi segreti avversari che guidano le operazioni di guerra ibrida in Europa e nel nostro paese.

Per informazioni si prega di contattare: fondazionegermani@gmail.com

Segreteria: 06-69480308
WhatsApp 329-1644904

L’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici è un think tank con sede a Roma dedicato alla difesa e al rinnovamento della democrazia liberale e della società aperta.

 

Condividi questo contenuto

I commenti sono chiusi.